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Ama festival 2018 – Incurabile Bellezza

L’edizione si è tenuta nei giorni 6-7-8 Luglio 2018

L’edizione 2018 di Ama Festival affronta la tematica dell’incurabilità.
Una riflessione sulla straordinaria unicità degli esseri umani e dell’Universo.
Un percorso che celebra l’essenza originaria ed istintiva, al di là dei modelli etici e delle classificazioni estetiche.
La Bellezza “cruda” ed inviolabile, connaturata all’animo umano così come alla montagna.
Ineluttabile, nel suo essere delicata e feroce, germoglio o frattura.
Così l’incurabilità diventa racconto terreno di quanto di sacro c’è nell’imperfezione.

Cosa è successo

L'incurabilità è un concetto unico, profondo, difficile. Abbiamo provato a parlarne nel 2018: ecco gli incontri e gli eventi più importanti di questa edizione.

VENERDI 6 LUGLIO 2018

Incurabile Bellezza

Conferenza di Umberto Galimberti

Il filosofo Umberto Galimberti esplora il concetto di "Incurabile Bellezza", analizzando la relazione tra estetica e condizione umana.

SABATO 7 LUGLIO 2018

“Oltre il dolore” San Francesco e le Madri del mondo

Antonia Chiara Scardicchio e Chiara Frugoni

Antonia Chiara Scardicchio e Chiara Frugoni discutono il tema del dolore attraverso le figure di San Francesco e delle madri nel mondo.

La ballata dei senzatetto

Spettacolo teatrale di Ascanio Celestini

Ascanio Celestini porta in scena "La ballata dei senzatetto", offrendo una riflessione profonda sulla marginalità sociale.

DOMENICA 8 LUGLIO 2018

Saluto delle autorità

Sul testo di Eugenio Brogna per AMA Festival

Un momento istituzionale con letture tratte dai testi di Eugenio Brogna, dedicati all'AMA Festival, da parte di Giuseppe Frangi.

La bellezza nel nome

Eraldo Affinati introduce Giuseppe Frangi

Eraldo Affinati presenta Giuseppe Frangi in una discussione sulla bellezza e il suo significato intrinseco.

Cerimonia dimissioni

Comunità AMA aquilone

La Comunità AMA aquilone celebra le dimissioni dei suoi membri, simbolo di rinascita e speranza.

Questioni di cuore

Spettacolo teatrale Lella Costa

Lella Costa porta in scena "Questioni di cuore", offrendo una prospettiva unica sulle dinamiche affettive.

Scopri di più sui nostri ospiti speciali

Lella Costa

Gabriella “Lella” Costa è nata a Milano il 30 settembre 1952. Una sorta di artista “multitasking” primordiale, per un’attrice, doppiatrice e scrittrice con mille risorse e capace di anticipare i tempi. Sorella del professore di musica Mario Costa, ha studiato presso l’Accademia dei Filodrammatici facendo il suo esordio nel 1980 con il suo primo monologo. Attiva sul piccolo schermo, ospite sempre gradita del Maurizio Costanzo Show, partecipa a Fate il vostro gioco, Ottantanonpiùottanta e il Gioco dei Nove diventando così un volto familiare nelle case degli italiani. Nel 2012 è ospite in alcune serate di Zelig, de L’infedele di Gad Lerner e de L’assedio di Daria Bignardi, ha doppiato la celebre Reva Shayne nella famosissima soap opera Sentieri e di Annie, madre della protagonista del cartone animato Magica magica Amy. Vanta anche esperienze cinematografiche, come ad esempio la sua prova in Ladri di biciclette, a dimostrazione della sua versatilità e del suo progredire, di anno in anno, verso il ruolo di una star a tutto tondo.

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Umberto Galimberti

Umberto Galimberti è nato a Monza il 2 maggio del 1942, ed è un filosofo, psicoanalista e docente universitario italiano. Compiuti gli studi di filosofia e psicologia, è attualmente professore ordinario di filosofia della storia presso l’Università di Venezia. Professore associato fino al 1999, precedentemente (dal 1976 al 1983) è stato professore incaricato di antropologia culturale. Dal 1985 è membro ordinario dell'International Association of Analytical Psychology. Allievo di Karl Jaspers, durante alcuni soggiorni in Germania, ne ha tradotto in italiano le opere. Ha dedicato anche alcuni studi a Edmund Husserl e a Martin Heidegger. Dal 1995 collabora con il quotidiano «la Repubblica».

Tra le sue opere si ricordano: Heidegger, Jaspers e il tramonto dell’Occidente (1975), Psichiatria e fenomenologia (1977), Il corpo (1983), Dizionario di psicologia (1992), Psiche e tecne. L’uomo nell’età della tecnica (1998), Gli equivoci dell’anima (1999), Orme del sacro (2000), L'ospite inquietante (2007), Il segreto della domanda. Intorno alle cose umane e divine (2008), La morte dell'agire e il primato del fare nell'età della tecnica (2009), I miti del nostro tempo (2009), Cristianesimo (2012), La disposizione dell'amicizia e la possessione dell'amore (2016), La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo (2018), Heidegger e il nuovo inizio. Il pensiero al tramonto dell'Occidente (2020).

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Chiara Frugoni

Chiara Frugoni è una storica medievalista italiana, nata il 15 settembre 1940 a Roma e scomparsa nel 2020. È stata una delle più importanti studiose della storia medievale e una delle figure di spicco nel panorama accademico italiano.

Frugoni si è laureata in Lettere all'Università La Sapienza di Roma e ha approfondito la sua formazione in particolare sul Medioevo, concentrandosi sulle figure religiose e sulla cultura monastica. Ha insegnato Storia medievale all'Università degli Studi di Roma Tre.

Tra i suoi lavori più noti c'è la sua ricerca sulla storia della Chiesa, la cultura medievale, ma anche sui temi della spiritualità e della religiosità popolare. Uno dei suoi libri più influenti è "La chiesa e il mercato. Storia di una relazione difficile", in cui analizza i rapporti complessi tra la Chiesa e il commercio nel Medioevo.

Frugoni ha anche dedicato molto del suo lavoro alla figura di San Francesco d'Assisi, scrivendo un libro che ha contribuito a ridefinire il modo in cui si comprendeva il Santo e il suo impatto sulla società dell'epoca.

Il suo approccio alla storia medievale è stato innovativo e multidisciplinare, con una forte attenzione alla storia delle mentalità e alla cultura popolare. Nel corso della sua carriera, Chiara Frugoni ha scritto numerosi saggi, articoli e libri, diventando un riferimento importante per chi si occupa di studi storici, medievali e religiosi.

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Antonia Chiara Scardicchio

Ricercatrice universitaria, prof.re di Pedagogia Sperimentale all'Università di Foggia, dal 1998 si occupa di formazione facendo giocare e raccontare, tra arte e scienza, piccoli e grandi, finanche ottantenni. Ha fatto danzare medici e suore e trasformato in compagnia teatrale centinaia di ingegneri quando si occupava di formazione aziendale.

Appassionata di Magritte e Rodari, Feyerabend e Jovanotti, teatro ed arti performative, Montale e Guareschi (che tra di loro amici non erano affatto), Zavattini e Costruttivismo, patatine fritte e Neuroscienze, Logica & Fantastica, ha al suo attivo circa 40 pubblicazioni, alcune leggere e alcune pesanti. È l’inventrice degli "Ombrelli Parlanti di Serena" nonché di una serie di Laboratori Autobiografici (tra cui i teneri "Laboratori della Contessa di Ricotta" ed il celeberrimo "Il mio armadio è un'autobiografia"). Nel 2014 ha ricevuto il Premio Italiano di Pedagogia per un libro eccentrico come lei.

Il suo “Breviario per (i) don Chisciotte” è un miscuglio di bizzaria e speranza, entrambe, come lei ci tiene a sottolineare, "scientificamente fondate". È direttrice scientifica della HopeSchool, la scuola che si prefigge di promuovere processi di resilienza e intraprendenza creativa nei giovani e negli adulti, nei soggetti dunque che, sebbene fuori dai percorsi di formazione obbligatoria, necessitano di apprendimento continuo nel tempo del caos, inteso – come negli studi di Morin e delle teorie della complessità – come vincolo che può diventare opportunità.

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Ascanio Celestini

Ascanio è un attore teatrale, regista cinematografico, scrittore e drammaturgo italiano. Nasce a Roma e si avvicina al teatro alla metà degli anni novanta collaborando con alcuni spettacoli del Teatro Agricolo O del Montevaso.

Il suo primo spettacolo si chiama “Cicoria. In fondo al mondo, Pasolini”.

A marzo del 2019 pubblica per Einaudi il libro Barzellette, la storia di un ferroviere che passa metà della sua vita lavorativa in una stazione terminale e l’altra metà in viaggio per il mondo. La sua principale missione è riempire un brogliaccio di barzellette.

Le deve raccontare al suo capostazione al proprio ritorno, ma non può tornare fino a quando non riuscirà a trovare la risposta a un indovinello (qual è il punto più alto per far cadere un uovo su un piano d’acciaio senza romperlo), oltre che un vestito buono per la propria sepoltura. Nel 2022, in occasione del centenario della nascita di Pasolini, cui fin dal suo esordio Celestini ha reso omaggio, debutta nel Parco degli Acquedotti di Roma Museo Pasolini, "un museo immaginato attraverso le testimonianze di uno storico, uno psicoanalista, uno scrittore, un lettore, un criminologo, un testimone che l'hanno conosciuto".

“Mi chiamo Ascanio Celestini, figlio di Gaetano Celestini e Comin Piera. Mio padre rimette a posto i mobili, mobili vecchi o antichi è nato al Quadraro e da ragazzino l’hanno portato a lavorare sotto padrone in bottega a San Lorenzo. Mia madre è di Tor Pignattara, da giovane faceva la parrucchiera da uno che aveva tagliato i capelli al re d’Italia e a quel tempo ballava il liscio. Quando s’è sposata con mio padre ha smesso di ballare. Quando sono nato io ha smesso di fare la parrucchiera. Mio nonno paterno faceva il carrettiere a Trastevere. Con l’incidente è rimasto grande invalido del lavoro, è andato a lavorare al cinema Iris a Porta Pia. La mattina faceva le pulizie, pomeriggio e sera faceva la maschera, la notte faceva il guardiano. Sua moglie si chiamava Agnese, è nata a Bedero. io mi ricordo che si costruiva le scarpe coi guanti vecchi. Mio nonno materno si chiamava Giovanni e faceva il boscaiolo con Primo Carnera. Mia nonna materna è nata ad Anguillara Sabazia e si chiamava Marianna. La sorella, Fenisia, levava le fatture e lei raccontava storie di streghe.”

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Giuseppe Frangi

Nato a Milano nel 1955, sposato, 5 figli. Ha compiuto studi di Storia dell’arte. Giornalista dal 1983, Dal 2001 è direttore di Vita non profit mensile e sito di riferimento del non profit italiano. Ha iniziato lavorando alla redazione del settimanale Il sabato che ha diretto tra 1988 e 1990. È stato vicedirettore del mensile 30Giorni, caporedattore centrale al quotidiano L’Informazione (1995), caporedattore a La Stampa redazione milanese, dove con Paolo Pietroni ha partecipato al varo del magazine Lo Specchio (1996-1997), condirettore del mensile Class (1998-2001). Nel 1998 ha fondato l’Associazione Giovanni Testori di cui è presidente. È editorialista per le pagine milanesi del Corriere della Sera, per l’Eco di Bergamo e per La Provincia di Como e per il quotidiano online Il Sussidiario.

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Eraldo Affinati

Eraldo Affinati nasce a Roma nel 1956, dove risiede e svolge attività di critico letterario, saggista, giornalista, scrittore e docente in un istituto superiore. Si laurea in Lettere con una tesi su Silvio D’Arzo. Nel 1992 pubblica il suo primo saggio, Veglia d’armi. L’uomo di Tolstoj e l’anno successivo esordisce in narrativa con il romanzo di impronta autobiografica Soldati del 1956, al quale segue Bandiera bianca (1995), ambientato all’interno di una casa di cura. Il romanzo segna l’affermazione dell’autore come uno dei più interessanti nel panorama italiano contemporaneo.

Nel 1996 esce la monografia Patto giurato: la poesia di Milo de Angelis, mentre del 1997 è Campo del sangue (qui presentato), finalista dei premi Strega e Campiello. I temi della lotta col mondo, della violenza, della fuga compaiono anche nella raccolta di racconti Uomini pericolosi (1998, Premio Palmi). Con Il nemico negli occhi (2001), storia di una rivolta urbana nello scenario fantascientifico di una Roma apocalittica, ottiene il Premio Pisa, mentre l’anno successivo il Premio della Resistenza Città di Omegna con Un teologo contro Hitler. Sulle tracce di Dietrich Bohnhoeffer.

Nel 2003 cura l’edizione completa delle opere di Mario Rigoni Stern, Storie dell’Altipiano, per «I Meridiani». Nel 2005, con il romanzo Secoli di gioventù vince il Premio Grinzane Cavour. Del 2006 è Compagni Segreti. Storie di viaggi, bombe e scrittori. Nel testo autobiografico La Città dei Ragazzi (2008) e il più recente Elogio del ripetente (2013) concentra le sue conoscenze sui temi dell’immigrazione e della marginalità sociale, acquisite nel corso della sua esperienza di insegnante presso la scuola-comunità Città dei Ragazzi di Roma.

Tra le opere successive: L’uomo del futuro. Sulle strade di don Lorenzo Milani (2016, finalista al Premio Strega), Tutti i nomi del mondo (2018), la biografia di don Milani Il sogno di un’altra scuola (2018), i saggi Via dalla pazza scuola. Educare per vivere (2019), I meccanismi dell’odio (con M. Gatto, 2020) e il romanzo Il Vangelo degli angeli (2021).

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