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Ama festival 2019 – Facciamo che io ero un albero

L’edizione si è tenuta nei giorni 6-7 Luglio 2019

L’edizione 2019 di Ama Festival è un gioco vero.
 Dedicata agli alberi, maestri naturali, dai quali impariamo l’incredibile arte di vivere nel vento, con le radici che affondano nel buio e i rami inondati di luce.
A chi, nell’inverno dell’esistenza, esce allo scoperto, rivestendosi delle proprie nudità. Ai contrasti ed alle voci stonate che si sfogliano della propria “vergogna” offrendosi alla verità dell’altro.
Mentre tutto cospira a tacere dell’umano, descriviamo la storia delle nostre stagioni, ricominciando, ogni giorno, dal principio. “C’era una volta l’uomo”.

Cosa è successo

Ecco gli eventi e gli ospiti di questa straordinaria edizione:

SABATO 6 LUGLIO 2019

Giona delle sequoie

Tiziano Fratus

Un viaggio poetico tra le sequoie, dove Tiziano Fratus ci guida alla scoperta della saggezza degli alberi, simboli di resilienza e maestri di vita.

DOMENICA 7 LUGLIO 2019

Apertura dei Festival

Anna Casini, Vicepresidente Regione Marche

Anna Casini inaugura il festival, sottolineando l'importanza della cultura e della natura come pilastri per il benessere della comunità.

Angelo Davide Galeati

Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno

Angelo Davide Galeati riflette sul ruolo delle istituzioni nel promuovere iniziative culturali che valorizzano il territorio e le sue risorse.

Intervento di Francesco Cicchi

Sul testo di Eugenio Brogna per AMA Festival

Francesco Cicchi interpreta le parole di Eugenio Brogna, offrendo una prospettiva profonda sulle tematiche del festival e sull'essenza dell'umanità.

Cerimonia delle dimissioni

Ospiti della Comunità AMA Aquilone

Un momento toccante in cui gli ospiti della Comunità AMA Aquilone condividono le loro esperienze di rinascita e speranza attraverso la cultura.

La Quercia di AMA Aquilone

Al rivoluzionario che fa irrompere bellezze, Mario Giostra

Un omaggio a Mario Giostra, il rivoluzionario che ha portato bellezza e cambiamento, rappresentato simbolicamente dalla quercia, emblema di forza e longevità.

Facciamo che io ero un albero

Stefano Massini

Stefano Massini ci invita a immedesimarci negli alberi, esplorando le radici profonde dell'esistenza e le chiome che aspirano alla luce, in un racconto che intreccia natura e umanità.

Scopri di più sui nostri ospiti speciali

Stefano Massini

Stefano Massini è un autore, drammaturgo e scrittore italiano, noto principalmente per il suo lavoro nel teatro. Nato a San Miniato (Pisa) il 28 gennaio 1975, Massini ha intrapreso una carriera che spazia dalla scrittura di testi teatrali alla produzione di sceneggiature, con una particolare attenzione alla narrazione di storie complesse e profonde. La sua formazione accademica è legata al teatro, e si è dedicato a esplorare temi di forte impatto sociale e umano.

Il suo più grande successo è senza dubbio "Lehman Trilogy", un'opera teatrale che racconta la storia della famiglia Lehman e la crisi finanziaria che ha portato al fallimento della Lehman Brothers. Questo lavoro ha ricevuto ampi consensi internazionali ed è stato rappresentato con grande successo in teatri di tutto il mondo. "Lehman Trilogy" è stato anche adattato per il cinema.

Massini è anche noto per il suo impegno nel campo della cultura e della narrativa sociale, trattando temi come il capitalismo, il potere, l'identità e le contraddizioni della società contemporanea. La sua scrittura si distingue per una grande capacità di intrecciare storie di ampio respiro con un forte impatto emotivo.

Oltre alla sua carriera di drammaturgo, Massini ha scritto anche libri, racconti e saggi, ed è stato ospite in numerosi programmi televisivi e radiofonici. È apprezzato anche per la sua capacità di comunicare in modo incisivo e affascinante, unendo rigore intellettuale e una grande sensibilità per le storie di vita.

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Tiziano Fratus

Tiziano Fratus nasce a Bergamo nel 1975 e cresce in Lombardia e Piemonte. Negli anni degli studi universitari inizia a frequentare il teatro, anzitutto le compagnie di ricerca fuori dai teatri convenzionali e cura alcuni titoli per la casa editrice Editoria & Spettacolo. Nel 2002 scrive il monologo in versi L’autunno per Eleni che viene rappresentato alla Galleria Velan di Torino, inaugurando una stagione di lavoro sulla poesia, sfociato nel 2006 nella fondazione del Festival Torino Poesia e nella direzione delle annesse edizioni che hanno pubblicato quaranta titoli in cinque anni. E’ cofondatore della Poeteca di Pinerolo.

Durante un viaggio in California incontra le sequoie millenarie e conia i concetti di Homo Radix, Dendrosofia e Silva itinerans che ridefiniscono la propria esistenza. Ispirandosi al concetto di “minimalismo sacro” o “minimalismo mistico”, riconosciuto in musica per il lavoro di Alan Hovhaness e John Tavener, Simeon Ten Holt e Arvo Part, Stephan Micus e Harold Budd, conduce una pratica quotidiana di meditazione in natura e lavora alla scrittura di una serie di volumi e personali fotografiche. Ha curato per sei anni la rubrica Il cercatore di alberi per «La Stampa», quindi ha collaborato con «Green&Blue / La Repubblica» (Con occhi di selva), «Il Manifesto» (Arbor maxima e La dendroteca); attualmente scrive per «La Verità» (Natura d’autore). Nomade editoriale, Fratus è autore di una costellazione di opere che abbraccia poesia, narrativa, saggistica e fotografia, tutti capitoli di un vasto silvario in fieri.

Per il suo percorso editoriale, Fratus ha ricevuto alcuni premi, tra i quali il Premio speciale Ceppo Natura, a Pistoia presso Piante Mati e, il Premio Vulture Green Book al Ninfea Festival di Monticchio e, a Levanto, il Premio Montale fuori di casa – sezione Ambiente; le sue opere sono inoltre state candidate al Premio Strega Ragazzi, al Premio Como e al Premio Vallombrosa. E’ protagonista del documentario Homo Radix (2011), girato da Emanuele Cecconello al Parco Burcina, fra le sequoie più annose d’Italia.

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